Il virtuoso e indissolubile rapporto tra suolo e pianta: un esempio nella coltivazione della vite in Umbria

L’Agricoltura è frutto dell’evoluzione continua delle civiltà e si è sviluppata grazie all’interazione millenaria dell’uomo con gli elementi fondamentali: la terra e l’acqua. Il suolo, per queste ragioni, oltre ad essere il substrato di crescita per le piante, per la riserva d’acqua e le sostanze nutrizionali necessarie che le radici assorbono, è anche un vero e proprio organo e svolge un ruolo ecologico importantissimo.

I terreni sani e vitali, infatti, sono ricchi di humus e sono capaci di trattenere l’acqua, i nutrienti ed anche il carbonio. I sistemi di gestione agronomica diffusi e utilizzati per secoli, ad esempio la mezzadria, avevano creato tecniche rispettose degli equilibri naturali tra paesaggio naturale e aree di coltivazione che peraltro ostacolavano il fenomeno dell’erosione.

In questo modello la fertilità del suolo era ricca e s’incrementava grazie a tecniche come la rotazione delle colture ed i sovesci cui si affiancava il beneficio di disporre di buon letame ed in grande quantità, grazie alla compresenza dei pascoli diffusi.

Sono stati perciò creati nei secoli dei suoli completi, con strati organici e humus in quantità adeguate, ossia quei fattoi che fanno si che il suolo sia vivo, essendo questi i fattori che permettono lo scambio gassoso e stabilizzano la struttura del terreno agrario, conferendogli migliore lavorabilità grazie all’incremento della porosità e della permeabilità.

Queste caratteristiche sono state però messe alla prova e depauperate a causa delle tecniche dell’agricoltura convenzionale, diffusamente praticata dal secondo dopoguerra del Novecento, il cui obiettivo è il continuo aumento della produttività, ottenuto mediante l’utilizzo eccesivo di fertilizzanti di sintesi, erbicidi e pesticidi.

Una corretta gestione dei terreni improntata ai criteri della sostenibilità, per contro, può riportare l’equilibrio e la fertilità e può concorrere all’azione di contrasto dei cambiamenti climatici riducendo le emissioni di anidride carbonica sia direttamente che indirettamente in virtù del risparmio energetico nella lavorazione del suolo e della riduzione dell’utilizzo di prodotti agroindustriali.

Va poi considerato che i suoli vulcanici sono i più antichi ed i più fertili e sono stati i primi a stabilire relazioni vitali con le piante. Questi suolo funzionano proprio perché sono “andisuoli” e ciò è dovuto alla presenza di vetri vulcanici, caratterizzati da un’evoluzione rapida della frazione minerale sottoforma di materiali amorfi come i silicati. Questi, rispetto agli altri materiali rocciosi cristallini, riescono a rilasciare in maniera molto più veloce ed efficiente gli elementi di cui sono ricchi.

Ecco dunque spiegato perché la Farina di Basalto® usata nel suolo, nell’ambito della tecnica “Hand On Soil” risulta così funzionante nel riportare la fertilità dei terreni coltivati. La sua composizione garantisce un insieme di azioni positive. Sia un’attività di prevenzione di difesa nei confronti di parassiti, funghi ed insetti. Potassio e ferro sono fondamentali per l’immediata riattivazione della fotosintesi e per una migliore gestione della traspirazione.

Un esempio del rapporto virtuoso ed indissolubile tra suolo e pianta può essere quello della coltivazione della vite. è l’elemento fondamentale per la coltivazione della vite. È infatti risaputo che uno stesso vitigno produce uve con caratteristiche differenti a seconda della conformazione geologica e del tipo di terreno in cui viene allevato.

Tutto ciò determina poi il gusto e carattere del vino che da quelle uve si ottiene. Si può allora compiere una disamina, una sorta di vera e propria “degustazione”, del suolo per ricercare questi elementi che risaltano nella degustazione del vino e ritrovare così quel profondo ed indissolubile legame tra la terra coltivata ed il frutto che viene poi sapientemente trasformato dall’uomo.

Un’esperienza simile è raccontata in alcuni video nei quali il responsabile tecnico scientifico di Farina di Basalto®, l’esperto agronomo e pedologo Fabio Primavera, insieme ad un rappresentante della famiglia Picciolini di Monterubiaglio, titolare dell’Azienda vitivinicola Le Terrazze di Spazzavento, raccolgono ed esaminano una zolla di terreno prelevata in un vigneto terrazzato dell’Umbria sud occidentale per poi completare l’esperienza con la degustazione del vino procanico prodotto con le uve di quel vigneto.

Video Approfondimento

Testimonianza dell’azienda vitivinicola LE TERRAZZE DI SPAZZAVENTO

VINO E SUOLO una relazione virtuosa e indissolubile

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