Io saturnalia! Saturno, l'agricoltura e una delle feste più sentite della romanità.

Dicembre era il decimo mese dell’anno secondo il primo calendario arcaico di Romolo. Un calendario lunare dove l’anno iniziava a martius, mese dedicato a Marte, e finiva proprio a december, dedicato a Saturno.

Nella Roma arcaica, dove i periodi erano scanditi dalle lavorazioni agricole, dicembre era il mese del riposo in attesa del periodo della rinascita.

Ma era proprio nel mese di dicembre che, dal 17 al 23, si festeggiava uno degli eventi più sentiti dell’anno: i Saturnali. I giorni dedicati a Saturno, antica divinità dell’agricoltura e dell’età dell’oro.

Con la festa, nata addirittura nel 497 a.C. quando venne edificato il tempio dedicato a Saturno, veniva chiesto al dio di proteggere le messi dal freddo dell’inverno.

Campo agricolo gelato dalla brina in inverno

Saturno e i Saturnali.

Prima di essere identificato col dio greco Crono, cacciato da Zeus e venuto sulla penisola italica a governare l’Età dell’Oro, Saturno era l’antico dio dell’agricoltura. 

Veniva sempre o con un falcetto o una spiga di grano.

E si credeva fosse lui ad aver insegnato agli uomini a seminare. Il termine satus in latino indicava proprio la “semina”. 

È per questo che veniva omaggiato della festa dei Saturnalia a metà dicembre.

La Festa dei Saturnali, un po' Carnevale, un po' Capodanno.

Simile a quanto accade oggi durante il Carnevale, nella festa dei saturnali che iniziava il 17 e si concludeva il 23 tutto era lecito. Come nell’Età dell’Oro non c’erano uomini liberi o schiavi, succedeva invece spesso che i ruoli fossero capovolti con gli schiavi che venivano serviti dagli stessi padroni!

Attività accademiche e militari erano sospese: anche l’esercito era tenuto a festeggiare il satunalicium castrense.

E al grido di “Io Saturnalia!”, dopo banchetti luculliani ci si scambiavano doni e regali e si augurava che l’anno successivo fosse stato buono.

L'agricoltura a dicembre.

Tenendo conto che in questo periodo il freddo comincia a farsi pungente, e il rischio di gelate è sempre più alto, in base al clima, è possibile anche piantare alcune piante nell’orto.

Spinaci, porri, verza, rape, radicchio e cicoria, oltre che aglio, cipolla e scalogno, sono colture resistenti alle basse temperature e, con opportuni espedienti per proteggerle, magari con tessuto non tessuto, possono essere impiantate in questo periodo.

Di certo, se ci si vuole preparare al meglio per la nuova stagione, le attività del periodo sono quelle di dissodare il terreno, concimarlo e prepararlo per le nuove colture.

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