Effetto dei prodotti schermanti sulla risposta vegeto-produttiva di uve della varietà Nocera coltivate nel territorio della DOC Faro

Sintesi

Il settore vitivinicolo, com’è noto, è altamente vulnerabile ai cambiamenti climatici e ai sempre più frequenti eventi climatici estremi, trovandosi costretto a fronteggiare, il più delle volte ad armi impari, sfide che, oltre ad avere un impatto negativo sulla gestione del vigneto e conseguentemente sui livelli di produttività e sul quadro analitico e aromatico dei mosti d’uva e dei vini, fanno aumentare i costi di produzione, senza però che ci sia un corrispondente incremento dei prezzi al produttore.

I viticoltori, alla luce di quanto premesso, si trovano costretti a riconsiderare l’applicazione di tecniche colturali sviluppate e affinate nel corso dei decenni, lasciando il passo a strategie di adattamento ai cambiamenti climatici (tecniche di aridocoltura), divenute ormai imprescindibili per la resilienza dei sistemi viticoli e la sostenibilità ambientale della pratica viticola. Gli accorgimenti da adottare per fronteggiare tali problematiche, rendendo le viti meno vulnerabili alle situazioni di criticità appena descritte, possono essere suddivisi in interventi a lungo termine e interventi a breve termine.

Tra i primi rientrano, segnatamente, i fattori strutturali che condizionano la richiesta idrica del vigneto quali: la combinazione di innesto, la progettazione del vigneto e quindi le densità di impianto, l’orientamento dei filari e la forma di allevamento. Le strategie a breve termine contemplano strategie di gestione della chioma, tra queste particolare interesse ha l’impiego dei prodotti ad azione schermante. Scopo del lavoro è stato quello di valutare gli effetti di prodotti minerali ad azione schermante quali il silicato di alluminio in forma anidra (caolino calcinato) e un formulato di nuova introduzione, la farina di basalto, aspersi a ridosso delle principali fenofasi, sulla porzione medio-alta della chioma, sulle performance vegetoproduttive del vitigno Nocera, coltivato in Sicilia, nel territorio della DOC Faro.

Il piano sperimentale, a blocchi randomizzati, prevedeva tre tesi: Caolino, Farina di Basalto e il controllo non trattato, distribuite su 21 piante per tesi, 7 piante per tesi per blocco. Sulle piante sono state effettuate misure fisiologiche (scambi gassosi, fluorescenza, SPAD) ed è stata valutata, alla raccolta, la produzione, sia in termini quantitativi che qualitativi.

Il trattamento con i prodotti schermanti, sin dalle principali fasi fenologiche, ha favorito una maggiore attività metabolica di base. Nel corso dei rilievi fisiologici, infatti, la tesi trattata con Farina di Basalto® assimilava 7.83 moli di CO2 e la tesi trattata con caolino calcinato 8.16 moli di CO2, 2.54 e 2.21 moli di CO2 in più, rispetto alla gestione ordinaria aziendale, consentendo importanti incrementi produttivi. I due diversi formulati, pertanto, con le loro azioni specifiche, sono risultati efficaci nel contenere drastici cali di resa, consentendo di arrivare alla raccolta con una composizione più equilibrata tra i diversi parametri che concorrono alla qualità finale delle uve da vino.

Le analisi condotte tramite HPLC, infatti, hanno restituito un profilo polifenolico, nelle tesi trattate, in cui maggiore è risultato il contenuto in termini di acido fenolico, acido gallico, flavanolo catechina ed epicatechina, rispetto alla tesi non trattata. I risultati di questa indagine evidenziano come, nelle annate con estati calde e siccitose, gli interventi con prodotti schermanti consentono di aumentare sensibilmente la produzione ettariale grazie al mantenimento di una più che sufficiente fisiologia di base, senza modificare le componenti tecnologiche dell’uva, inoltre consentono di migliorare l’efficienza globale del vigneto e di evitare pericolosi fenomeni di down-regulation, fotoinibizioni, e foto-danneggiamento.

Approfondimenti

Farina di Basalto® vs Caolino

Parole chiave

uve, vite, Nocera, basalto, caolino

Data pubblicazione

Data di Presentazione: 21-06-2023

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